Cassazione penale Sez. I sentenza n. 35880 del 19 settembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:35880PEN

Massima

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Il vincolo della continuazione tra più reati non può essere riconosciuto in assenza di elementi che dimostrino l'unicità del disegno criminoso dell'agente, nonostante l'omogeneità delle violazioni, la somiglianza delle condotte e la loro commissione nella medesima sede commerciale. Infatti, la distanza temporale eccessiva tra i reati, in assenza di altri fattori che comprovino una programmazione unitaria, impedisce di ritenere sussistente il vincolo della continuazione, potendo piuttosto far ritenere che le condotte si collochino all'interno di uno stile di vita incline alla commissione di illeciti. Pertanto, ai fini del riconoscimento del reato continuato, è necessario che gli elementi indicativi di un medesimo disegno criminoso, pur non dovendo necessariamente ricorrere contestualmente tutti, siano comunque significativi e tali da dimostrare l'unicità dell'intento delittuoso dell'agente, non essendo sufficiente la mera omogeneità delle violazioni e la similarità delle condotte, in assenza di una effettiva continuità temporale tra i reati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 169/2011 TRIBUNALE di NAPOLI, del 01/12/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE SANTALUCIA;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Il Tribunale di Napoli, in funzione di giudice dell'esecuzione, ha rigettato la richiesta di riconoscimento del vincolo d…

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