Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 37474 del 27 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:37474PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni può essere disposto nei confronti di una società per il reato di corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, anche se la società stessa non è imputata del reato, qualora sussistano i presupposti di cui all'art. 321 c.p.p., comma 2, ovvero quando vi siano sufficienti elementi per ritenere che i beni costituiscano il profitto o il prezzo del reato. Tuttavia, il sequestro non può essere disposto nei confronti di beni estranei al reato, appartenenti a soggetti terzi rispetto all'imputato. Inoltre, la rinuncia al ricorso per cassazione comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende, ai sensi dell'art. 616 c.p.p., a prescindere dalla specifica causa di inammissibilità del ricorso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabriz - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) S.r.l.;
nel procedimento a carico di quest'ultima;
avverso la ordinanza del 23/02/2017 del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
sentita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. BIRRITTERI Luigi, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' …

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