Cassazione penale Sez. II sentenza n. 9047 del 2 marzo 2023

ECLI:IT:CASS:2023:9047PEN

Massima

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Il danneggiamento di un bene esposto alla pubblica fede, anche se coperto da assicurazione, integra un reato punibile ai sensi dell'art. 635 c.p., a meno che il danno arrecato non risulti di particolare tenuità tale da consentire l'applicazione della causa di non punibilità di cui all'art. 131-bis c.p. La valutazione circa l'esiguità del danno deve essere effettuata in concreto dal giudice di merito sulla base di tutti gli elementi probatori acquisiti, senza che assumano rilievo le sole dichiarazioni della persona offesa o l'assenza di condotte riparatorie da parte dell'imputato successive alla commissione del fatto. Il giudice di legittimità non può sindacare tale valutazione se adeguatamente motivata, essendo precluso il riesame di questioni non dedotte in appello, salvo che non siano rilevabili d'ufficio o non fosse possibile proporle precedentemente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAGO Geppin - Presidente

Dott. MESSINI D'AGOSTINI P - rel. Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincen - Consigliere

Dott. SARACO Antoni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 02/12/2021 della CORTE DI APPELLO DI POTENZA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Piero MESSINI D'AGOSTINI;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. MOLINO Pietro, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso;
lette le conclusioni del difensore avv. Luigi ANGELUCCI, che ha chiesto l'accogliment…

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