Cassazione penale Sez. I sentenza n. 3336 del 23 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:3336PEN

Massima

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La violazione del divieto di fare ritorno in un determinato territorio, imposto con provvedimento amministrativo, integra il reato di cui all'art. 2 della Legge n. 1423 del 1956, a prescindere dalla contestuale presenza del divieto di allontanamento dal medesimo territorio, essendo sufficiente l'accertamento della mera presenza dell'imputato nel luogo a lui interdetto. Il giudice, nel determinare la pena, deve tenere conto della gravità del fatto, dei precedenti penali dell'imputato e della recidiva, senza essere vincolato ai soli minimi edittali, al fine di adeguare la sanzione al caso concreto. Il beneficio della sospensione condizionale della pena, previsto dall'art. 162 c.p., non può essere concesso qualora l'imputato abbia già usufruito del medesimo beneficio per il numero massimo di volte astrattamente previsto dalla legge, come desumibile dal suo certificato penale, in applicazione del divieto di reiterazione stabilito dall'art. 164, comma 4, c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. BONITO Francesco M. S - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO Piera M. S. - Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandr - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1123/2013 CORTE APPELLO di L'AQUILA, del 13/11/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/12/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CENTONZE ALESSANDRO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DE AUGUSTINIS Umberto che concluso per il rigetto del ricorso.

Udito il difensore Avv. (OMISSIS).

RILEVATO IN FATTO

1. Con sentenza …

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