Cassazione penale Sez. I sentenza n. 15168 del 8 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:15168PEN

Massima

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La sussistenza di una circostanza aggravante, ai sensi della Legge n. 241 del 2006, articolo 1, costituisce condizione sufficiente per l'esclusione dall'ambito di applicazione dell'indulto, indipendentemente dalla sua concreta incidenza sul trattamento sanzionatorio, in quanto ciò che rileva è il reato quoad titulum, così come circostanziato e ritenuto, a prescindere dall'influenza che l'aggravante eserciti in concreto sulla pena irrogata. Il legislatore, nell'ambito della sua autonoma e insindacabile discrezionalità, può legittimamente prevedere forme di incentivazione della collaborazione processuale, mediante riduzioni di pena e benefici penitenziari, e al contempo negare l'applicazione dell'indulto nei confronti di reati considerati di particolare allarme sociale, in ragione della loro gravità e pericolosità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. DI TOMASSI Mariastefani - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RA. FA. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 23/06/2008 GIP TRIBUNALE di CATANIA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CASSANO MARGHERITA;

lette le conclusioni del P.G. Dr. ((omissis)) che ha chiesto che il ricorso sia dichiarato inammissibile.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza del 23 giugno 2008 (depositata il successivo 14 luglio) il gip del Tribunale di Catania, in funzione di giudice dell'es…

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