Cassazione penale Sez. V sentenza n. 4895 del 8 febbraio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:4895PEN

Massima

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Il tentativo di furto aggravato sussiste anche quando l'agente si trovi in stato di alterazione psicofisica, purché la sua condotta risulti idonea ed univocamente diretta alla sottrazione di beni, senza che l'eventuale finalità di chiedere aiuto, non supportata da riscontri, sia sufficiente ad escludere l'elemento psicologico del reato. L'onere della prova dell'assenza di dolo grava sull'imputato, non potendosi affermare l'involontarietà della condotta sulla base del solo stato confusionale, ove non ne sia accertata la causa. La valutazione della sussistenza degli elementi costitutivi del tentativo di reato, quali l'idoneità e l'unidirezionalità degli atti, deve essere effettuata sulla base di una complessiva analisi del comportamento tenuto dall'agente, senza che la mera prospettazione di una finalità diversa dalla sottrazione di beni sia sufficiente a escludere la configurabilità del reato, ove tale finalità risulti priva di riscontri.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 695/2007 CORTE APPELLO di TRIESTE, del 10/11/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 07/10/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. MONETTI Vito che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS).

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