Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36886 del 25 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:36886PEN

Massima

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Il reato di diffamazione richiede, ai fini della sua configurabilità, che l'autore della frase lesiva dell'altrui reputazione comunichi con almeno due persone ovvero con una sola persona ma con modalità tali che detta notizia venga sicuramente a conoscenza di altri, agendo con la rappresentazione e la volontà di tale evento. Tuttavia, il requisito della comunicazione con più persone non sussiste nel caso di comunicazione confidenziale la cui diffusione sia esclusivamente opera del destinatario della confidenza, in quanto difetta l'esplicita volontà del soggetto attivo di destinare alla divulgazione il contenuto della comunicazione. Pertanto, la mera affermazione di carattere diffamatorio pronunciata in un colloquio riservato, la cui successiva divulgazione sia stata opera esclusiva del destinatario, non integra il reato di diffamazione, in assenza della volontà dell'autore di comunicare la notizia a più persone. I giudici di merito, nel valutare la sussistenza degli elementi costitutivi del reato, devono procedere ad un'analisi logica e approfondita delle risultanze processuali, senza limitarsi a mere affermazioni apodittiche, al fine di accertare l'effettiva sussistenza sia dell'elemento oggettivo che di quello soggettivo richiesti dalla fattispecie di cui all'art. 595 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - rel. Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 21/06/2016 del TRIBUNALE di PIACENZA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/02/2017, la relazione svolta dal Consigliere MICCOLI GRAZIA;
Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dott. PINELLI Mario, ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
Per l'imputato, l'avv. (OMISSIS), in sostituzione dell'avv. (OMISSIS) ha concluso chiedendo l&…

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