Il decreto di rigetto del reclamo avverso la dichiarazione di inammissibilità di una proposta concorrente di concordato preventivo, pur essendo decisorio in ordine alla legittimazione del proponente, non è impugnabile con ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111, comma 7, Cost., in quanto provvedimento temporaneo e non definitivo, destinato ad essere assorbito dalla successiva decisione sull'omologazione del concordato. Infatti, il creditore che abbia visto respinta la sua proposta concorrente può far valere ogni eventuale profilo di illegittimità della procedura mediante l'opposizione all'omologazione della proposta del debitore, essendo il giudizio ex art. 180 L.Fall. la sede definitivamente deputata alla verifica della regolarità della procedura concordataria e alla tutela del soggetto che ritenga ingiustificatamente leso il proprio diritto a veder sottoposta al voto dei creditori la proposta da lui depositata ai sensi dell'art. 163, comma 4, L.Fall. Pertanto, il decreto di rigetto del reclamo, pur incidendo su diritti soggettivi, non è suscettibile di passare in giudicato e può essere sempre riesaminato in sede di omologazione, risultando così privo del requisito della definitività richiesto per l'impugnazione in cassazione.