Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22814 del 5 giugno 2024

ECLI:IT:CASS:2024:22814PEN

Massima

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Il delitto di scambio elettorale politico-mafioso, ai sensi dell'art. 416-ter c.p. nella formulazione vigente all'epoca dei fatti, richiede che il patto illecito abbia per oggetto il procacciamento di voti mediante le modalità di cui al terzo comma dell'art. 416-bis c.p., ovvero attraverso l'impiego del metodo mafioso, con la conseguente promessa di erogazione di denaro o di altra utilità suscettibile di immediata valutazione economica. Pertanto, non è sufficiente la mera contiguità o vicinanza di uno dei soggetti coinvolti ad ambienti criminali, essendo necessario che il promittente sia un intraneo alla cosca mafiosa e agisca in rappresentanza e nell'interesse di quella, spendendone il nome presso il politico o i suoi rappresentanti. Inoltre, la prestazione promessa dal candidato o dai suoi emissari deve consistere in denaro o in beni comunque traducibili in valori di scambio immediatamente quantificabili in termini economici, restando escluse eventuali "utilità" suscettibili di monetizzazione solo in via mediata. Quanto al delitto di corruzione, la cessazione della qualifica pubblica dell'agente non esclude la configurabilità del reato, ma richiede la dimostrazione di un effettivo collegamento funzionale tra l'attività compiuta dal "corrotto" nell'esercizio della propria precedente funzione pubblica e l'interesse perseguito dal "corruttore", tale da consentire al primo di soddisfare detto interesse pur non essendo più in servizio. Infine, per l'aggravante della finalità agevolativa mafiosa, è necessario che tale agevolazione costituisca lo scopo diretto perseguito dall'agente, ancorché non in via esclusiva, non essendo sufficiente la mera rappresentazione di una temperie mafiosa o la capacità di muoversi in simili contesti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta da:

Dott. RICCIARELLI Massimo - Presidente

Dott. GIORDANO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - relatore

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

Dott. DI GIOVINE Ombretta - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da
Ma.Cl., nato a V il (Omissis)
avverso l'ordinanza del 26/09/2023 del Tribunale di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal ((omissis));
udite le conclusioni del Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Pi.Ra., che ha chiesto di annullare con rinvio l'ordinanza;
uditi i difensori del ricorrente, avv.ti Va.Sp. e Pa.Co., che hanno chiesto l'annullamento, con o senza rinvio, dell'ordinanza.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza impugnata, …

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