Il parere negativo dell'Ente Parco Nazionale sull'istanza di condono edilizio è legittimo quando l'intervento abusivo, realizzato in un'area boscata di pregio naturalistico e ambientale, comporta un inquinamento ambientale derivante dalla presenza di materiali precari, un danneggiamento del suolo per l'impermeabilizzazione mediante solette in calcestruzzo, nonché un danneggiamento del soprasuolo forestale che impedisce l'evoluzione naturale del bosco, con conseguenti rilevanti ripercussioni ambientali, paesaggistiche, idrogeologiche e sulla flora. Il parere negativo dell'Ente Parco, motivato in tal senso, non rappresenta una indebita duplicazione di quello già espresso dalla Soprintendenza, ma è teso a salvaguardare l'ambiente naturale per quanto di sua competenza. Inoltre, in materia di sanatoria di abusi edilizi, è necessaria una forma espressa e non tacita di manifestazione di volontà delle amministrazioni coinvolte, non essendo sufficiente il decorso del termine per il silenzio assenso, attesa l'esigenza di una puntuale valutazione di tutti gli interessi pubblici implicati. Infine, l'obbligo di pronuncia da parte dell'Autorità preposta alla tutela del vincolo sussiste in relazione all'esistenza del vincolo al momento della domanda di sanatoria, a prescindere dall'epoca di esecuzione dell'abuso e dall'epoca di apposizione del vincolo stesso.