La revoca di una concessione amministrativa per presunto grave inadempimento del concessionario deve essere preceduta da un procedimento in contraddittorio, nel quale sia garantito il diritto di difesa dell'interessato, al fine di accertare in modo approfondito e motivato la sussistenza dell'inadempimento contestato e la sua gravità, in applicazione dei principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa. L'amministrazione non può recedere unilateralmente dal contratto di concessione sulla base di una mera presunzione di grave inadempimento, senza il previo esperimento di un procedimento partecipativo che consenta al concessionario di interloquire e produrre elementi a propria difesa. La revoca della concessione, quale provvedimento ablatorio di un diritto acquisito, deve essere adottata nel rispetto del principio di proporzionalità, valutando la gravità dell'inadempimento e la possibilità di adottare misure meno incisive, come la diffida o la sospensione temporanea. Inoltre, la clausola contrattuale che preveda la revoca per qualsiasi violazione, anche non grave, deve essere interpretata restrittivamente, in modo da salvaguardare il legittimo affidamento del concessionario e il suo diritto di difesa. In caso di mancato esperimento del contraddittorio procedimentale, la revoca della concessione è illegittima per violazione dei principi di partecipazione, buon andamento e proporzionalità dell'azione amministrativa.