Cassazione penale Sez. II sentenza n. 54564 del 22 dicembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:54564PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si distingue dal delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni non per la materialità del fatto, che può essere identica, ma per l'elemento intenzionale. Integra il delitto di estorsione, e non quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, la minaccia di esercitare un diritto, in sé non ingiusta, che sia realizzata con tale forza intimidatoria e sistematica pervicacia da risultare incompatibile con il ragionevole intento di far valere il diritto stesso, cosicché la coartazione dell'altrui volontà assume di per sé i caratteri dell'ingiustizia, trasformandosi in una condotta estorsiva. Pertanto, anche ove vi sia un credito da far valere, ove l'intensità della minaccia assuma una efficacia tale da operare una "costrizione" della volontà, il delitto deve essere inquadrato nella fattispecie estorsiva, laddove l'"uso" della minaccia, che non si traduca nella costrizione della volontà, può rimanere inquadrato nell'esercizio arbitrario delle proprie ragioni, sempre che esista un diritto giudizialmente tutelabile. La valutazione del giudice di merito secondo cui la coartazione realizzata (caratterizzata da minacce anche di morte e da condotta violenta che ha provocato lesioni alla parte offesa) ha travalicato ogni ragionevole intento di far valere un preteso diritto è conforme a tali principi. Inoltre, la mancanza di un credito e l'assenza di un legittimo, ancorché erroneo, convincimento di agire in presenza di circostanze di esclusione della pena, da individuare in quelle fissate dagli articoli 50-54 c.p., escludono la possibilità di configurare una causa di giustificazione o di non punibilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. DE SANTIS Anna Maria - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

Dott. PAZZI Alberto - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS) il (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 3405/2014 in data 8.5.2014 della Corte di Appello di Napoli;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PAZZI Alberto;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. GALLI Massimo, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con sentenza in data 8 maggio 2014 la Corte di Appello di Napol…

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