Il dolo intenzionale nell'abuso di ufficio sussiste quando l'azione amministrativa, pur formalmente legittima, è in realtà finalizzata al perseguimento di un interesse privato o di parte, in violazione dei doveri di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione. Ciò si verifica anche quando l'azione amministrativa, pur presentando profili di macroscopica illegittimità, sia giustificata dal pubblico ufficiale con il richiamo a un preteso interesse pubblico, laddove tale interesse risulti in realtà meramente strumentale al perseguimento di finalità illecite. In tali casi, il giudice non può limitarsi a una valutazione prognostica dell'inutilità del dibattimento, ma deve procedere a un più approfondito esame degli elementi probatori, al fine di accertare la sussistenza del dolo intenzionale, anche alla luce di eventuali contraddizioni o incongruenze emerse nel corso del procedimento amministrativo. Ciò al fine di garantire il pieno esercizio del diritto di difesa dell'imputato e la corretta applicazione dei principi di legalità, imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione.