Il diniego di autorizzazione al trasferimento di sede di un esercizio commerciale per la somministrazione di alimenti e bevande, fondato su disposizioni normative che prevedono restrizioni numeriche non coerenti con i principi di proporzionalità e non discriminazione e non giustificate da motivi di ordine pubblico, di sicurezza pubblica, di sanità pubblica, di tutela dell'ambiente o da esigenze imperative connesse all'interesse generale, è illegittimo in quanto in contrasto con la normativa comunitaria primaria e la direttiva 2006/123/CE sui servizi nel mercato interno, attuata nell'ordinamento nazionale con il d.lgs. n. 59/2010. Tuttavia, qualora il provvedimento impugnato sia stato adottato in un contesto normativo successivamente mutato in senso incompatibile con il mantenimento di forme di programmazione e contingentamento del numero di autorizzazioni rilasciabili, la sopravvenuta cessazione della materia del contendere determina l'accoglimento dell'appello con declaratoria di cessazione della materia del contendere del ricorso di primo grado, con compensazione delle spese del doppio grado di giudizio in considerazione della peculiarità della vicenda.