Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13348 del 21 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:13348PEN

Massima

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Il giudizio di pericolosità sociale ai fini dell'applicazione delle misure di prevenzione personale deve essere ancorato all'accertamento dell'attualità di una apprezzabile pericolosità, sulla base di elementi concreti e specifici, senza poter fare ricorso a mere prognosi negative circa la propensione a delinquere. Il sindacato di legittimità del giudice di legittimità sui provvedimenti in materia di prevenzione è limitato alla sola violazione di legge, non estendendosi al controllo dell'iter giustificativo della decisione, salvo che questo sia del tutto mancante. Pertanto, il decreto che applica una misura di prevenzione è immune da censure di legittimità se sorretto da un apparato argomentativo corretto e correlato alle risultanze in atti, con valutazione degli elementi di fatto secondo i parametri legali prestabiliti, senza che sia possibile dedurre il vizio di motivazione ai sensi dell'art. 606 c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SABEONE G. - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso il decreto n. 41/2011 CORTE APPELLO di MILANO, del 24/04/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GERARDO SABEONE;

lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)) che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di Appello di Milano, con decreto del 24 aprile 2012, ha confermato il decreto dell'11 febbraio 2011 del Tribunale di Milano, che aveva disposto nei confronti di (O…

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