Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33093 del 4 ottobre 2006

ECLI:IT:CASS:2006:33093PEN

Massima

Massima ufficiale
L'abrogazione dell'art. 577 c.p.p. disposta dall'art. 9 della L. n. 46 del 2006 non produce effetti sulla ammissibilità dell'appello avverso la sentenza relativa ai reati di ingiuria e diffamazione che, al momento della entrata in vigore della legge, sia stato già deciso, salva la ipotesi in cui la Cassazione pronunci, per vizi di legittimità, sentenza di annullamento di quella di secondo grado, con rinvio al giudice penale, nel qual caso l'appello della parte civile deve essere dichiarato inammissibile in base alla disciplina transitoria dell'art. 10 comma primo L. cit. che prevede la applicazione delle disposizioni in essa contenute ai procedimenti in corso, senza possibilità per la stessa parte civile, a differenza che per il P.M., di proporre ricorso per cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE V PENALE

Composta dai seguenti magistrati:

Dott. Renato Calabrese - Presidente

1. " Giuliana Ferrua "

2. " Aniello Nappi "

3. " Stefania Ditomassi "
4. " Dott. Maurizio Fumo "

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

Sul ricorso proposto da Fi.Fr. nata il (...)

avverso la sentenza emessa il 14.2.905 dalla Corte di appello di Roma nel procedimento a carico di Fa.Fr. nato il (...) e di Sc.Ma. nato il (...)

Visti gli atti, la sentenza denunciata ed il ricorso,

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal consigliere dott. Giuliana Ferrua

Udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale dott. Angelo Di Popolo che ha concluso per il rigetto del ricorso.

Udito per la parte civile…

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