La violazione del divieto di dare inizio a lavori senza la necessaria autorizzazione sismica, sancito dall'art. 94 del D.P.R. n. 380 del 2001, impone all'autorità regionale competente l'adozione dell'ordine di sospensione dei lavori ex art. 97 del medesimo decreto. Tale provvedimento di sospensione, essendo atto dovuto e vincolato, risponde a evidenti esigenze cautelari tese a scongiurare i rischi per l'incolumità pubblica connessi all'esistenza di opere edili non collaudate, eseguite in zona sismica. Pertanto, in presenza di opere riscontrate in sede di sopralluogo come difformi da quelle assentite con il permesso di costruire, per le quali non sia stata rilasciata la necessaria autorizzazione sismica, l'amministrazione regionale è tenuta a disporre la sospensione dei lavori, senza che ciò comporti un obbligo di comunicazione di avvio del procedimento, in quanto tale provvedimento è sottratto a tale adempimento in ragione delle evidenti finalità cautelari. La mancata comunicazione di avvio del procedimento non determina, in tali casi, l'illegittimità del provvedimento di sospensione, in quanto la tutela dell'interesse pubblico all'incolumità e alla sicurezza prevale sulla garanzia partecipativa dell'interessato. Inoltre, l'amministrazione regionale non è tenuta a condurre un'autonoma ed approfondita istruttoria, essendo legittimata a recepire le informazioni fornite dal Comune in merito alle opere realizzate in violazione della normativa antisismica, senza che ciò comporti un vizio di carenza istruttoria o di motivazione del provvedimento.