Il provvedimento di revoca di agevolazioni pubbliche concesse per la realizzazione di un investimento produttivo, pur se adottato a distanza di anni dall'erogazione del finanziamento e dalla conoscenza dei fatti contestati, non è illegittimo per violazione del termine di diciotto mesi previsto dall'art. 21-nonies della legge n. 241/1990 per l'esercizio del potere di autotutela, qualora il provvedimento attesti l'insussistenza ab origine dei presupposti per la concessione delle agevolazioni. In tal caso, il provvedimento di revoca ha natura di annullamento d'ufficio, doveroso per l'amministrazione, a fronte del quale non rileva il decorso del tempo, né è necessaria una specifica motivazione sull'interesse pubblico tutelato, essendo questo in re ipsa. Inoltre, sono ammissibili a finanziamento anche le spese sostenute prima della presentazione della domanda di agevolazione, purché rientranti nelle ipotesi derogatorie previste dalla normativa di settore, come quelle per studi di fattibilità, indagini geotecniche, acquisto di terreni e pratiche edilizie, in quanto tali spese sono funzionali alla realizzazione dell'investimento agevolato, anche se effettuate nei dodici mesi precedenti la domanda, ai sensi dell'art. 4, commi 1 e 3, del d.m. n. 527/1995, attuativo della legge n. 488/1992, senza che ciò contrasti con la decisione della Commissione europea del 12 luglio 2000 che ha autorizzato il regime di aiuti, in quanto tale normativa derogatoria non è stata successivamente modificata.