Cassazione penale Sez. V sentenza n. 272 del 10 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:272PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato può essere ragionevolmente desunto dalla pluralità e gravità delle condotte illecite contestate, nonché dalla recidiva specifica dell'indagato, senza che sia necessario un maggiore dettaglio motivazionale, essendo sufficiente il richiamo alle specifiche modalità e circostanze del fatto e alla personalità dell'indagato. La valutazione del pericolo di reiterazione non può essere dedotta dal solo contegno processuale dell'indagato, ma deve essere condotta esclusivamente sulla base della concreta sussistenza del periculum, tenuto conto degli elementi fattuali e soggettivi rilevanti. Pertanto, la motivazione che richiama la pluralità e l'unitarietà delle violazioni normative contestate, accompagnate dalla recidiva specifica, è ritenuta adeguata e pertinente a giustificare l'applicazione della misura cautelare carceraria, senza che il giudice di legittimità possa effettuare uno scrutinio più aderente al fatto specifico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. SANDRELLI Giangiacomo - Consigliere

Dott. ARMANO Uliana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

MO. Gi. , nato il (OMESSO)

MO. La. , nato il (OMESSO);

avverso l'Ordinanza del Tribunale della Liberta' di Firenze del 28.6.2010;

All'odierna udienza il PG. (nella persona del Cons. Dr. ((omissis))) ha chiesto disporsi il rigetto.

IN FATTO

I ricorsi interposti dalla difesa di MO. La. e di MO. Gi. attengono alla asserita insufficienza giustificativa dell'Ordinanza del Tribu…

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