Cassazione penale Sez. I sentenza n. 39958 del 26 settembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:39958PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la sussistenza dell'aggravante di cui all'art. 7 della legge n. 203 del 1991 nel caso di omicidio, deve accertare non solo che l'autore del reato si sia avvalso delle condizioni di intimidazione e di assoggettamento derivanti dall'appartenenza a un'associazione di tipo mafioso, ma anche che il delitto sia stato commesso al fine di agevolare l'attività del sodalizio criminoso. L'aggravante non può essere riconosciuta sulla base del mero collegamento con contesti di criminalità organizzata o della caratura mafiosa degli autori, essendo necessario l'effettivo utilizzo del metodo mafioso e l'impiego della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, nonché la concreta strumentalità del reato rispetto alle finalità perseguite dal gruppo criminoso di riferimento. La mera volontà di approfittare di un contesto di diffusa omertà, in assenza di tali elementi, non è sufficiente per l'applicazione dell'aggravante, trattandosi di un mero disvalore di contesto estraneo all'ambito applicativo della norma.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S. - Consigliere

Dott. SANDRINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 982/2013 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 10/06/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELLO MAGI;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. Iacoviello F.M. che ha chiesto il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza emessa in data 10 giugno 2013 il Tribunale di Catania,…

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