Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29221 del 4 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:29221PEN

Massima

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Il reato di minaccia richiede la rappresentazione, da parte dell'agente, di un male futuro ed ingiusto, la cui verificazione dipenda dalla sua volontà. Tuttavia, la mera espressione verbale offensiva e volgare, pur potendo indurre la vittima ad allontanarsi per sottrarsi a un comportamento molesto, non integra il reato di minaccia in assenza di tale elemento. Al contrario, il reato di ingiuria può configurarsi anche quando la vittima non percepisca direttamente le espressioni offensive, purché ne abbia immediata comunicazione da parte di altri presenti, essendo sufficiente l'indubbia consapevolezza dell'agente che l'ingiuria sia comunicata all'offeso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. BRUNO Paolo Anton - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - rel. Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 152/2009 GIUDICE DI PACE di COSENZA, del 18/12/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/05/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VESSICHELLI MARIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. MAZZOTTA Gabriele, che ha concluso per l'annullamento con rinvio;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS).

FATTO E DIRITTO

Propone ricorso per …

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