Il completamento di opere edilizie abusive in pendenza di definizione di una istanza di condono edilizio è subordinato al previo ottenimento dell'autorizzazione di cui all'art. 35 della legge n. 47 del 1985, che deve essere richiesta e ottenuta dal privato prima di procedere ai lavori, a pena dell'adozione da parte dell'amministrazione comunale della sanzione ripristinatoria della demolizione e del ripristino dello stato dei luoghi. Tale ordine di demolizione è un atto dovuto, sufficientemente motivato con il mero accertamento dell'abuso, senza necessità di una specifica motivazione in ordine all'interesse pubblico alla rimozione, in quanto il ripristino dell'assetto urbanistico violato è in re ipsa. L'adozione di tale provvedimento rientra nella competenza del dirigente comunale, ai sensi dell'art. 107, comma 3, lett. g), del d.lgs. n. 267 del 2000, senza che sia necessaria una preventiva disciplina regolamentare. Infine, in caso di opere edilizie abusive realizzate su area vincolata, non è richiesto l'acquisizione del parere della Commissione Edilizia Integrata, né l'accertamento di un danno ambientale ai fini dell'applicazione della sanzione ripristinatoria, essendo sufficiente la mera violazione della disciplina edilizia vigente.