Cassazione penale Sez. II sentenza n. 42047 del 8 novembre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:42047PEN

Massima

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Il reato di frode informatica, avendo la medesima struttura e gli stessi elementi costitutivi della truffa, si consuma nel momento e nel luogo in cui l'agente consegue l'ingiusto profitto con correlativo danno patrimoniale altrui, e non nel momento e nel luogo in cui avviene l'alterazione del funzionamento del sistema informatico. Pertanto, la competenza territoriale per il reato di frode informatica deve essere determinata in base al luogo di conseguimento dell'ingiusto profitto, ovvero, in mancanza di individuazione di tale luogo, in base alla regola suppletiva di cui all'art. 9 c.p.p., comma 2, ossia in relazione alla residenza dell'imputato. Inoltre, la prescrizione del reato di frode informatica, punito con la pena massima di tre anni, è di sei anni, elevata a sette anni e sei mesi in caso di atti interruttivi, ai sensi degli artt. 157 e 161 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IMPERIALI Luciano - Presidente

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. NICASTRO Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. SARACO Antonio - Consigliere

Dott. MONACO Marco Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 08/04/2021 della Corte d'appello di Trieste;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. BALDI FULVIO, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata per intervenuta prescrizione;
udita la relazione svolta dal Consigliere (OMISSIS).
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 08/04/2021, la…

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