Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16947 del 24 aprile 2008

ECLI:IT:CASS:2008:16947PEN

Massima

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Le dichiarazioni accusatorie rese da coimputati o coindagati, ai fini dell'adozione di misure cautelari personali, possono costituire grave indizio di colpevolezza ex art. 273 c.p.p., commi 1 e 1-bis, a condizione che siano intrinsecamente attendibili e sorrette da riscontri esterni individualizzanti, tali da dimostrare la compatibilità logico-storica con i fatti oggetto di imputazione e giustificare la razionalità della pronuncia cautelare, senza che sia necessaria la certezza della colpevolezza, essendo sufficiente l'elevata probabilità. Inoltre, il giudice cautelare, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari, può legittimamente fare applicazione della presunzione di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p. anche in relazione a fatti risalenti nel tempo, qualora permangano la gravità degli stessi e la pericolosità sociale dell'indagato, desumibile dai suoi precedenti penali e giudiziari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. MANNINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

ST. Ci., nato a (OMESSO);

Contro l'ordinanza del 10 aprile 2007 emessa dal Tribunale di Napoli;

visti gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso;

sentita la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

sentito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

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