Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24863 del 1 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:24863PEN

Massima

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Il reato di ingiuria è integrato quando la comunicazione offensiva avviene tramite telefono, telegrafo o altri strumenti di comunicazione a distanza, come il citofono o il videocitofono, purché la persona offesa sia presente e abbia effettivamente percepito le espressioni ingiuriose. Tuttavia, per la configurazione del reato, è necessario che il giudice accerti in modo certo, sulla base di elementi probatori specifici, che la persona offesa abbia effettivamente ascoltato le frasi ingiuriose. Il reato di minaccia, invece, non richiede la presenza della persona offesa al momento della pronuncia delle espressioni minacciose, essendo sufficiente che queste siano idonee a suscitare timore in una persona media. Pertanto, la sentenza di condanna deve essere annullata limitatamente al reato di ingiuria, con rinvio al giudice di merito per un nuovo accertamento circa l'effettiva percezione delle espressioni offensive da parte della persona offesa, mentre deve essere confermata la condanna per il reato di minaccia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. MARASCA Gennaro - rel. Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) AC. AL. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 8/2009 TRIBUNALE di BERGAMO, del 27/05/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 19/05/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GENNARO MARASCA;

Udito il Pubblico Ministero in persona del dottor IZZO Gioacchino che ha concluso per il rigetto del ricorso.

La Corte di Cassazione:

OSSERVA

Ac. Al…

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