Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 32376 del 19 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:32376PEN

Massima

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Il comportamento minaccioso e aggressivo di un soggetto nei confronti di pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, che cagioni lesioni personali, integra i reati di resistenza e lesioni aggravate, anche qualora il soggetto versi in una situazione di grave difficoltà psicologica. Il giudice, nel determinare la pena, può legittimamente discostarsi dal minimo edittale, motivando adeguatamente sulla base dei criteri oggettivi e soggettivi di cui all'art. 133 c.p., come l'insistita azione vessatoria verso i pubblici ufficiali e i duplici pregiudizi arrecati loro. La valutazione delle risultanze probatorie compiuta dai giudici di merito, che abbiano dato conto in modo logico e coerente delle ragioni per cui ritengono attendibile la ricostruzione dei fatti operata dai pubblici ufficiali, è insindacabile in sede di legittimità, salvo vizi logici o giuridici manifesti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. GIORGI Maria - rel. Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/11/2018 della Corte d'appello di Bologna;
Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigrafe, la Corte d'appello di Bologna conferm…

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