Cassazione penale Sez. I sentenza n. 1584 del 14 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:1584PEN

Massima

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Il tentativo punibile di un delitto si configura non solo quando l'agente ha compiuto atti esecutivi veri e propri del reato programmato, ma anche quando ha posto in essere atti preparatori che, per le circostanze concrete, rivelino l'inequivoca volontà di commettere il delitto e la concreta probabilità di conseguire l'obiettivo criminoso, a meno che non emergano incognite imprevedibili non dipendenti dalla sua volontà. Ai fini della configurabilità del tentativo, rilevano pertanto non solo gli atti di esecuzione, ma anche gli atti preparatori che, per le circostanze di tempo, luogo e mezzi utilizzati, dimostrino che l'agente si trovi ormai al punto di non ritorno rispetto all'imminente realizzazione del delitto progettato. La prova della premeditazione, quale circostanza aggravante, può essere desunta da fattori estrinseci e sintomatici, quali il previo studio delle occasioni e opportunità per l'attuazione, l'adeguata organizzazione di mezzi e la predisposizione delle modalità esecutive del crimine, la causale, l'anticipata manifestazione del proposito, la violenza e la reiterazione dei colpi inferti, nonché dall'apprezzabile intervallo temporale tra l'insorgenza del proposito criminoso e la sua attuazione. Ai fini dell'applicazione dell'aggravante di cui alla Legge n. 203 del 1991, art. 7, è sufficiente che il concorrente abbia fornito un contributo consapevole e volontario alla realizzazione dell'evento delittuoso, anche se non consapevole della finalizzazione dell'azione a vantaggio di un'associazione di stampo mafioso, essendo sufficiente la situazione di ignoranza colpevole. La concessione delle circostanze attenuanti generiche, invece, risponde a una facoltà discrezionale del giudice, il cui esercizio, positivo o negativo, deve essere motivato nei soli limiti atti a far emergere la valutazione circa l'adeguamento della pena concreta alla gravità effettiva del reato ed alla personalità del reo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. CASA Filippo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2191/2012 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 16/04/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/09/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FILIPPO CASA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibil…

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