Il decorso del termine quinquennale di cui alla L. n. 1187/1968 determina la decadenza dei vincoli preordinati all'esproprio connessi alle previsioni urbanistiche oggetto di impugnazione, comportando il venir meno dell'interesse dei ricorrenti alla definizione del giudizio. Pertanto, il ricorso deve essere dichiarato improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse, in assenza di costituzione in giudizio delle amministrazioni intimate. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che il decorso del termine quinquennale previsto dalla legge per i vincoli preordinati all'esproprio determina la decadenza di tali vincoli, facendo venir meno l'interesse dei ricorrenti all'annullamento degli atti di pianificazione urbanistica che li avevano introdotti. Ciò comporta l'improcedibilità del ricorso per sopravvenuto difetto di interesse, in assenza di costituzione in giudizio delle amministrazioni intimate. La massima giuridica riassume in modo chiaro, astratto e conciso il principio di diritto enunciato nella sentenza, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato e senza riferimenti al caso specifico o citazioni non essenziali. Il testo è autosufficiente e applicabile a casi analoghi.