Il falso attestato di cittadinanza italiana o di altro Paese dell'Unione Europea, presentato al fine di ottenere indebitamente un contributo pubblico previsto per i cittadini, integra il reato di falso ideologico in atto pubblico, ai sensi dell'art. 495 c.p., anche qualora il documento di identità esibito attesti una diversa nazionalità, in quanto tale circostanza non esclude la sussistenza dell'elemento oggettivo e soggettivo del reato di truffa ai danni dello Stato, di cui all'art. 640 c.p., comma 2, n. 1, essendo sufficiente la mera presentazione di una dichiarazione mendace per ottenere indebitamente l'erogazione del contributo, in virtù del carattere fidefacente dell'autocertificazione e del conseguente affidamento da parte della pubblica amministrazione. Pertanto, la condotta non può essere ricondotta all'ipotesi di cui all'art. 316-ter c.p. (indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato), in quanto tale norma ha carattere sussidiario e residuale rispetto al reato di truffa, essendo volta a perseguire anche la mera percezione sine titulo delle erogazioni, al di là delle modalità attraverso cui viene attuata l'indebita percezione.