Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27021 del 14 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:27021PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura anche quando le condotte reiterate di molestia e minaccia, anche di morte, cagionino nelle vittime un grave e perdurante stato di ansia e paura, a prescindere dalla consapevolezza delle stesse circa la condizione di pregiudicato dell'autore e dalla mancata progressione delle condotte in eventi più gravi. Tali elementi, infatti, non incidono sulla sussistenza del reato, la cui prova può desumersi dal complesso degli elementi fattuali acquisiti e dalla natura stessa dei comportamenti tenuti dall'agente, idonei a determinare in una persona comune l'effetto destabilizzante tipico del delitto. Il reato di atti persecutori assorbe inoltre le condotte di minaccia (art. 612 c.p.) in quanto rientranti tra gli elementi qualificanti della fattispecie, senza che sia necessaria una specifica motivazione in ordine alla mancata riqualificazione del fatto. Infine, la determinazione della pena, anche in relazione agli aumenti per la continuazione, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, censurabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o arbitrarietà.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - rel. Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/09/2018 della CORTE APPELLO di TORINO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere DE GREGORIO EDUARDO;
udite il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore LIGNOLA FERDINANDO che ha concluso chiedendo l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di Torino ha confermato la sentenza di primo grado, che aveva …

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