Cassazione penale Sez. III sentenza n. 9354 del 27 febbraio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:9354PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia, di cui all'articolo 572 del codice penale, si configura quando l'agente, con condotte reiterate e abituali di violenza fisica e morale, crea un clima di esasperata tensione e di perdurante timore in danno dei familiari, anche minori, sottomettendoli a un regime di vita doloroso e vessatorio, tale da compromettere gravemente il loro equilibrio psico-fisico. Tali condotte, caratterizzate da percosse, minacce, insulti e privazioni, possono essere accertate anche sulla base delle dichiarazioni delle parti offese, purché attendibili e sorrette da idonei riscontri probatori, senza che sia necessaria la prova di un danno permanente o di una malattia. La valutazione della credibilità delle persone offese, anche in caso di contraddizioni su singoli episodi, deve essere effettuata complessivamente, tenendo conto del quadro probatorio nel suo insieme e della ricostruzione della storia familiare. Il reato di violenza sessuale, di cui all'articolo 609-bis del codice penale, può essere integrato anche dalla costrizione della vittima a subire atti sessuali non voluti, attraverso l'uso della violenza o della minaccia, ovvero mediante abuso di autorità, senza che sia necessaria la prova di una resistenza fisica della stessa. Tali condotte possono essere provate sulla base della sola testimonianza della persona offesa, purché ritenuta attendibile all'esito di una valutazione complessiva e rigorosa della sua credibilità soggettiva e dell'intrinseca attendibilità del suo racconto. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella concessione o nel diniego delle attenuanti generiche, la cui valutazione è sottratta al sindacato di legittimità, salvo che non risulti viziata da errori logico-giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. MANZON Enric SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 21/04/2015 della CORTE APPELLO di TORINO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 20/04/2016, la relazione svolta dal Consigliere ANGELO MATTEO SOCCI;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI NARDO Marilia, che ha concluso per: "Inammissibilita'";
Udito il difensore Avv. (OMISSIS): "Accoglimento".
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Torino con sentenza del 21 aprile 2015, confermava la decisione del Tribunale di Torino del 4 aprile 2014, che aveva condannato (OMISSIS) alla pena anni 7 e mesi 6 di reclusione olt…

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