Cassazione penale Sez. I sentenza n. 26352 del 6 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:26352PEN

Massima

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Il coinvolgimento di un soggetto nell'associazione mafiosa può essere provato anche sulla base di intercettazioni telefoniche e ambientali che dimostrino il suo stabile inserimento nell'organizzazione criminale, a prescindere dall'individuazione specifica dei reati fine perseguiti dall'associazione, essendo sufficiente l'accertamento della sua partecipazione alla struttura associativa. La mancata pregressa conoscenza del soggetto da parte delle forze dell'ordine non esclude la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, qualora le conversazioni intercettate presentino un contenuto inequivoco in tal senso. La presunzione di adeguatezza della custodia cautelare in carcere, prevista per i delitti di associazione mafiosa, può essere superata solo in presenza di circostanze eccezionali che rendano la misura sproporzionata rispetto alle esigenze cautelari, non essendo sufficiente la mera contestazione della valutazione operata dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GA. DO. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 876/2010 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA, del 26/08/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLA PIRACCINI;

Rilevato che il Procuratore Generale nella persona del Cons. Dott. Monetti chiedeva l'inammissibilita' del ricorso;

Rilevato che il difensore Avv. Manago' chiedeva l'annullamento con rinvio.

FATTO E DIRITTO

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