Cassazione penale Sez. II sentenza n. 43156 del 22 ottobre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:43156PEN

Massima

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Il reato di truffa si consuma nel momento in cui il profitto dell'azione truffaldina entra nella sfera giuridica di disponibilità dell'agente, a seguito della definitiva perdita del bene da parte della persona offesa, indipendentemente dal luogo in cui si è realizzata la condotta artificiosa volta a stimolare l'accettazione della vittima. Ai fini della determinazione della competenza territoriale, rileva il luogo in cui si è verificato l'effetto decettivo espresso attraverso l'adesione al negozio fraudolento, anche se coincidente con quello in cui si è realizzata la perdita definitiva del bene da parte della persona offesa e il correlativo ingiusto profitto dell'autore della truffa, a prescindere dal luogo in cui è stata posta in essere la condotta artificiosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. MACCHIA Alber - rel. Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 25/2013 TRIB. LIBERTA' di TREVISO, del 11/04/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MACCHIA ALBERTO;

sentite le conclusioni del PG Dott. CEDRANGOLO Oscar, CHE HA CHIESTO il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Con ordinanza dell'11 aprile 2013, il Tribunale di Treviso respingeva la richiesta di riesame presentata nell'interesse di (OMISSIS) avverso il decreto di sequestro emesso dal pubb…

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