Il reato militare di diserzione non si configura nei casi in cui l'assenza dal servizio militare trovi titolo in un'autorizzazione dell'autorità militare, ancorché ottenuta mediante la simulazione di infermità. Il concorso tra il reato di simulazione di infermità e quello di diserzione è escluso quando l'assenza dal servizio sia riconducibile a un'unica condotta omissiva, volta ad ottenere indebitamente l'autorizzazione all'allontanamento dal servizio, in quanto la diserzione presuppone l'abbandono arbitrario e volontario del servizio, laddove l'ottenimento di un'autorizzazione, ancorché carpita con dolo, esclude la volontarietà dell'allontanamento. Pertanto, in tali ipotesi, il fatto deve essere ricondotto unicamente al reato di simulazione di infermità, in applicazione del principio di specialità, non potendosi configurare il concorso tra le due fattispecie. Ciò in quanto il reato di diserzione, quale fattispecie di abbandono arbitrario e volontario del servizio, non può coesistere con una condotta diretta all'ottenimento di un'autorizzazione all'allontanamento, seppur conseguita in modo fraudolento. La sentenza di condanna per entrambi i reati, unificati dal vincolo della continuazione, deve pertanto essere annullata senza rinvio, con restituzione degli atti al giudice di primo grado per il corso ulteriore, al fine di ricondurre il fatto unicamente al reato di simulazione di infermità.