Il parere negativo della Soprintendenza, obbligatorio e vincolante, è legittimo in quanto l'impianto fotovoltaico, la tettoia e il vano tecnico realizzati in difformità rispetto all'intervento originariamente autorizzato nel 2007 costituiscono nuovi volumi e nuove superfici, non suscettibili di sanatoria ex post ai sensi dell'art. 167 del D.Lgs. n. 42/2004. La Soprintendenza ha adeguatamente motivato il proprio parere, esplicitando le ragioni di contrasto tra l'intervento progettato e i valori paesaggistici dei luoghi, in conformità ai principi di cui all'art. 10-bis della Legge n. 241/1990. Il giudizio di compatibilità paesaggistica, espresso dalla Soprintendenza nell'esercizio di ampia discrezionalità tecnico-specialistica, è sindacabile in sede giurisdizionale solo per difetto di motivazione, illogicità manifesta o errore di fatto conclamato, non potendo il giudice amministrativo sostituire la propria valutazione a quella dell'Amministrazione.