Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da una società di trasporto pubblico locale contro la Regione Molise per l'annullamento di una determina dirigenziale che aveva previsto il recupero di somme ritenute indebitamente corrisposte a titolo di compensazione per l'espletamento dell'obbligo di servizio pubblico, ha affermato il seguente principio di diritto: La controversia avente ad oggetto partite di dare/avere tra soggetto pubblico ed erogatore di un servizio pubblico locale, come il trasporto pubblico locale, non rientra nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, in quanto il rapporto tra le parti non implica l'esercizio di un munus pubblico, ma va ricondotto allo schema ordinario del rapporto paritetico di natura privatistica. Pertanto, la domanda dell'impresa concessionaria di servizi di trasporto pubblico volta a ottenere un adeguamento o il recupero di contributi pubblici, secondo il criterio dei costi effettivamente sostenuti, appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario, non ricorrendo elementi di discrezionalità amministrativa, bensì parametri normativi predeterminati, in relazione ai quali sussiste un diritto soggettivo. Ciò vale anche nel caso in cui la controversia riguardi la legittimità di atti amministrativi unilaterali, come la determina impugnata, che non presentano aspetti di discrezionalità, ma si limitano a verificare e recuperare una sovracompensazione dei servizi effettuati, sulla base di dati forniti dalle stesse aziende interessate, nell'ambito di una revisione di rapporti meramente contabili. Pertanto, la giurisdizione in tali controversie appartiene al giudice ordinario, in quanto il rapporto dedotto in giudizio afferisce ad una fattispecie di autotutela privata per il recupero di un indebito oggettivo, mediante l'esercizio del diritto di compensazione, e non implica l'esercizio di un munus pubblico.