Il falso non grossolano, pur essendo idoneo a trarre in inganno un soggetto comune, non esclude la responsabilità penale per il reato di spendita di monete false, qualora il comportamento successivo degli imputati, come il tentativo di recuperare le banconote consegnate alla vittima, dimostri la consapevolezza della falsità. Inoltre, la partecipazione concorsuale di un soggetto al reato di spendita di monete false può essere desunta anche dalla sua presenza sul luogo del fatto, dall'utilizzo di un falso nome e dal successivo coinvolgimento nelle azioni delittuose, a prescindere da specifici vincoli di parentela o solidarietà con gli altri imputati. Infine, la mancata reazione degli imputati alla scoperta della falsità delle banconote da parte della vittima non è elemento logicamente incompatibile con la grossolanità del falso, potendo piuttosto confermare la consapevolezza della contraffazione.