Il potere di ordinare la demolizione di opere abusive realizzate su suolo demaniale marittimo, previsto dall'art. 35 del d.p.r. n. 380/2001, può essere esercitato dall'autorità comunale solo quando ricorrono i seguenti presupposti: 1) l'opera deve essere qualificabile come "abusiva" sotto il profilo edilizio, in quanto realizzata in assenza del previo rilascio del titolo abilitativo da parte dell'autorità comunale competente; 2) l'ordine di demolizione deve essere notificato al solo responsabile dell'abuso, non potendo essere esteso al proprietario non responsabile; 3) tale potere non è applicabile agli interventi realizzati in assenza di titolo abilitativo prima del 1942, quando non sussisteva l'obbligo di licenza edilizia fuori dai centri abitati. Diversamente, per gli interventi realizzati abusivamente su suolo demaniale marittimo, l'autorità competente è l'Autorità marittima, che può ordinare la rimessione in pristino ai sensi dell'art. 54 del codice della navigazione, senza limiti temporali e senza necessità di una specifica motivazione in ordine alla prevalenza dell'interesse pubblico. Pertanto, l'ordinanza comunale di demolizione di un manufatto di "vecchissima costruzione", pervenuto in eredità ai proprietari, è illegittima ove non ricorrano i presupposti di cui all'art. 35 d.p.r. n. 380/2001, restando impregiudicato il potere dell'Autorità marittima di attivare il diverso procedimento di cui all'art. 54 cod. nav.