L'alterazione della targa automobilistica, anche se parziale e realizzata in modo non permanente, integra il delitto di falsità in certificazione amministrativa previsto dall'art. 482 c.p. e non la mera contravvenzione di cui all'art. 102, comma 7, del Codice della Strada. Ciò in quanto la targa, quale elemento identificativo del veicolo, costituisce un certificato amministrativo la cui alterazione, anche temporanea, realizza una falsità documentale punibile ai sensi della norma penale. Il giudice di merito, nel qualificare il fatto come contravvenzione stradale anziché come delitto di falso, ha errato nell'applicazione della legge penale, non essendo sufficiente, ai fini della derubricazione, la mera provvisorietà della modifica apportata alla targa. La sentenza deve pertanto essere annullata e il processo rinviato ad altra sezione della Corte d'Appello per un nuovo esame, volto a verificare la sussistenza degli elementi costitutivi del delitto di falsità in certificazione amministrativa.