Cassazione penale Sez. I sentenza n. 30107 del 20 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:30107PEN

Massima

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Il rifiuto di indicare le proprie generalità, legittimamente richieste da pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, integra il reato di rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale previsto dall'art. 651 c.p., anche quando la condotta sia sanzionata come violazione amministrativa ai sensi dell'art. 192 del Codice della Strada. Il principio di specialità di cui all'art. 9 della L. 689/1981 non esclude l'applicazione della fattispecie penale, in quanto le condotte previste dall'art. 192 c.d.s. non corrispondono alla fattispecie contravvenzionale dell'art. 651 c.p. Pertanto, il rifiuto di fornire le proprie generalità a pubblici ufficiali costituisce un reato autonomo e concorrente rispetto all'illecito amministrativo, in quanto i due illeciti hanno diverso elemento materiale e diversa obiettività giuridica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di GENOVA;

nei confronti di:

1) PI. GI. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 08/01/2009 GIP TRIBUNALE di GENOVA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. VECCHIO MASSIMO;

Udito, altresi', in camera di consiglio il rappresentante del Pubblico Ministero in persona del Dott. BAGLIONE Tindari, sostituto procuratore generale della Repubblica presso questa Corte, il quale ha concluso per…

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