Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 29922 del 10 luglio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:29922PEN

Massima

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Il custode non proprietario di un bene sottoposto a sequestro, che ne deteriora le componenti, risponde del reato di cui all'art. 334, comma 1, c.p., il quale richiede il dolo specifico di favorire il proprietario del bene. Tuttavia, qualora emerga che il custode abbia una sostanziale disponibilità del bene, pur in assenza di formale intestazione, il fatto può essere ricondotto all'ipotesi di cui all'art. 334, comma 2, c.p., che prevede il dolo generico. In tal caso, il giudice è tenuto a rideterminare la pena applicando i più favorevoli limiti edittali previsti per la fattispecie di cui al comma 2, senza essere vincolato al minimo della pena, fermi restando il riconoscimento delle attenuanti generiche e il divieto di una reformatio in peius. L'applicabilità della causa di non punibilità di cui all'art. 131-bis c.p. deve essere esclusa ove risulti l'abitualità della condotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

Dott. PATERNO' R. B. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
Avverso la sentenza della Corte di appello di Messina del 4 ottobre 2021;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis))' Raddusa;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La difesa di (OMISSIS) impugna la sentenza descritta in epigrafe…

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