Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10855 del 30 marzo 2020

ECLI:IT:CASS:2020:10855PEN

Massima

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Il reato di usura si configura quando il prestatore di denaro, approfittando dello stato di difficoltà economica o finanziaria della vittima, pattuisce interessi o altri vantaggi usurari, anche se non seguiti da effettiva dazione. Il reato si perfeziona con la sola accettazione della promessa degli interessi o vantaggi usurari, ovvero, se vi è stata dazione, con l'integrale adempimento dell'obbligazione usuraria. Il reato di usura si atteggia a condotta frazionata o a consumazione prolungata, poiché i pagamenti effettuati dalla persona offesa in esecuzione del patto usurario integrano il fatto di reato, di cui segnano il momento consumativo sostanziale. Pertanto, rispondono a titolo di concorso nel reato i terzi, estranei all'accordo originario, che intervengono dando impulso alla procedura esecutiva per il recupero dei crediti rimasti inadempiuti e per il conseguimento dell'illecito vantaggio usurario. L'usura si distingue dall'estorsione in base alla spontanea accettazione o meno della vittima della pattuizione usuraria, potendo i due reati concorrere quando la violenza o minaccia siano esercitate al fine di ottenere il pagamento degli interessi pattuiti o degli altri vantaggi usurari. Le "condizioni di difficoltà economica o finanziaria" della vittima, che integrano la materialità del reato di usura, si distinguono dallo "stato di bisogno", che integra la circostanza aggravante, in quanto le prime consistono in una situazione meno grave e in astratto reversibile, che priva la vittima di una piena libertà contrattuale, mentre la seconda consiste in uno stato di necessità tendenzialmente irreversibile, che compromette fortemente la libertà contrattuale del soggetto. La circostanza aggravante del metodo mafioso è configurabile quando l'indagato utilizzi come tecnica di intimidazione il riferimento alla provenienza dei capitali da persone legate alla criminalità organizzata, essendo irrilevante il consenso della vittima a relazionarsi con un soggetto appartenente ad un'associazione di stampo mafioso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. CASA Filippo - rel. Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 23/07/2019 del TRIB. LIBERTA' di CATANZARO;
udita la relazione svolta dal Consigliere FILIPPO CASA;
sentite le conclusioni del PG CIRO ANGELILLIS;
Il PG conclude chiedendo che sia dichiarata l'inammissibilita' del ricorso.
E' presente l'avvocato (OMISSIS) del foro di CATANZARO in difesa di: (OMISSIS) conclude chiedendo l'accoglimento dei motivi di ricorso ed inoltre dichiara che l'imputato, nelle mor…

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