Cassazione penale Sez. V sentenza n. 230 del 7 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:230PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel determinare la pena da irrogare all'imputato, deve motivare adeguatamente la scelta della misura sanzionatoria, facendo riferimento ai criteri di cui all'art. 133 c.p., quali la gravità oggettiva del fatto e le conseguenze lesive per la persona offesa, senza essere necessariamente tenuto a esaminare singolarmente tutti gli elementi indicati dalla norma, essendo sufficiente l'indicazione di quelli cui attribuisce eminente rilievo nel suo prudente apprezzamento. L'omessa applicazione di una circostanza attenuante, come quella della provocazione, non determina un concreto interesse dell'imputato all'impugnazione, qualora l'applicazione di tale attenuante non avrebbe comunque comportato una diminuzione della pena, in ragione del divieto di prevalenza delle circostanze attenuanti previsto dall'art. 69, comma 4, c.p. per il caso di recidiva reiterata. Ai fini dell'applicazione dell'attenuante del risarcimento del danno di cui all'art. 62, comma 1, n. 6, c.p., l'eventuale esistenza di un credito vantato dall'imputato nei confronti della persona offesa non può essere rilevata d'ufficio dal giudice, ma deve essere eccepita dalla parte interessata nei termini di rito, in sede di accertamento del credito azionato, non potendo essere utilmente prospettata in via incidentale nel processo penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 18/10/2011 della Corte di appello di Brescia;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza in data 18 ottobre 2011 la Corte d'Appello di Brescia, investita …

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