Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La partecipazione di un soggetto a un'associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina non può essere desunta automaticamente dalla sua attività di hawaladar, ovvero di operatore di un sistema informale di trasferimento di denaro, in assenza di elementi probatori che dimostrino il nesso tra tale attività e il finanziamento specifico delle attività illecite dell'associazione. Allo stesso modo, il coinvolgimento del soggetto in singoli episodi di favoreggiamento dell'immigrazione irregolare non è sufficiente a provare la sua stabile e consapevole partecipazione all'associazione criminale, in mancanza di riscontri oggettivi che colleghino inequivocabilmente la sua condotta agli scopi del sodalizio. Il giudice deve valutare con rigore gli elementi indiziari, evitando interpretazioni forzate o meramente congetturali, e motivare adeguatamente l'insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza laddove le risultanze investigative non consentano di affermare con sufficiente grado di probabilità il ruolo del soggetto nell'ambito dell'associazione o nelle singole condotte di favoreggiamento contestate.