Cassazione penale Sez. I sentenza n. 29883 del 27 luglio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:29883PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria qualifica e sfruttando la rete di conoscenze maturata nell'esercizio delle sue funzioni, fornisce informazioni riservate e svolge attività di supporto a un'associazione mafiosa, realizza condotte idonee a integrare i reati di concorso esterno in associazione mafiosa e accesso abusivo a sistema informatico, configurando un concreto e attuale pericolo di reiterazione di tali condotte illecite anche dopo la cessazione del rapporto di servizio, in ragione della perdurante pericolosità sociale dell'agente e della sua capacità di influire sull'acquisizione delle prove, giustificando pertanto l'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari. Il pubblico ufficiale che, abusando della propria qualifica e sfruttando la rete di conoscenze maturata nell'esercizio delle sue funzioni, fornisce informazioni riservate e svolge attività di supporto a un'associazione mafiosa, realizza condotte idonee a integrare i reati di concorso esterno in associazione mafiosa e accesso abusivo a sistema informatico. Tali comportamenti configurano un concreto e attuale pericolo di reiterazione di tali condotte illecite anche dopo la cessazione del rapporto di servizio, in ragione della perdurante pericolosità sociale dell'agente e della sua capacità di influire sull'acquisizione delle prove. Ciò giustifica l'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, superando la presunzione di adeguatezza della sola custodia in carcere. La cessazione del rapporto di servizio del pubblico ufficiale non esclude la concretezza e attualità del rischio di reiterazione di condotte illecite, quali il concorso esterno in associazione mafiosa e l'accesso abusivo a sistema informatico, quando l'agente abbia sfruttato la propria qualifica e la rete di conoscenze maturata nell'esercizio delle funzioni per fornire informazioni riservate e svolgere attività di supporto a un'associazione criminale. In tali casi, la perdurante pericolosità sociale dell'indagato e la sua capacità di influire sull'acquisizione delle prove giustificano l'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, superando la presunzione di adeguatezza della sola custodia in carcere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANCUSO F.A. Luigi - Presidente

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giusepp - rel. Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. MELE ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a CAMPOBELLO DI LICATA il 14/11/1960;
avverso l'ordinanza del 29/11/2021 del TRIB. LIBERTA' di PALERMO;
udita la relazione svolta dal Consigliere PALMA TALERICO;
sentite le conclusioni del P.G. OLGA MIGNOLO, che ha chiesto che il ricorso venga dichiarato inammissibile;
udito il difensore:
l' avvocato (OMISSIS) ha concluso chiedendo l'annullamento dell'ordinanza impugnata.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 29 novembre 2021, il Tribunale …

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