Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice di rinvio, nel riesaminare il merito della causa a seguito di cassazione con rinvio, è investito del potere-dovere di accertare i fatti sulla base di quanto acquisito sino al momento della emissione della sentenza cassata, fermo restando il limite posto dall'articolo 394 c.p.c. per le parti, che non possono richiedere nuove prove, depositare nuovi documenti o prendere nuove conclusioni, salvo eccezioni. Tuttavia, quando la cassazione avvenga sia per vizi di violazione di legge che per vizi di motivazione, il giudice di rinvio può non solo riesaminare i fatti oggetto di discussione nelle precedenti fasi, non presupposti dal principio di diritto, ma anche accertare nuovi fatti, nei limiti in cui non si siano già verificate preclusioni processuali o decadenze. Il sindacato di legittimità sulla motivazione è limitato alla verifica del rispetto del "minimo costituzionale", con esclusione della possibilità di denunciarne l'insufficienza o contraddittorietà, e le censure motivazionali devono rispettare i canoni del vigente articolo 360 c.p.c., comma 1, n. 5). Inoltre, il ricorso per cassazione che, sotto l'apparente deduzione del vizio di violazione o falsa applicazione di legge, di mancanza assoluta di motivazione e di omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio, miri in realtà ad una rivalutazione dei fatti storici operata dal giudice di merito, è inammissibile.