Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34609 del 16 ottobre 2002

ECLI:IT:CASS:2002:34609PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle sue funzioni, attesta falsamente in un atto pubblico l'esistenza di fatti non rispondenti al vero, al fine di favorire un determinato soggetto nell'ambito di una procedura di appalto, commette il reato di falso ideologico in atto pubblico. Tuttavia, ai fini della responsabilità penale dei componenti di un organo collegiale per tale reato, non è sufficiente il mero riferimento alla loro qualifica formale, ma è necessario indicare in modo specifico i comportamenti individuali posti in essere da ciascuno di essi, tenendo conto anche dell'effettiva partecipazione di ciascuno alle attività preparatorie e deliberative. Inoltre, qualora la condotta di falso ideologico risulti assorbita dalla più grave fattispecie di abuso d'ufficio, non è possibile una condanna autonoma per il reato di falso.

Sentenza completa

D. F. R. e F. G., componenti del Comitato di gestione della USL 21 di Padova, unitamente agli altri componenti di quest'organo amministrativo ed a R. P., legale rappresentante della R. S., venivano tratti al giudizio del Tribunale di Padova per rispondere dei delitti di abuso in atti di ufficio, falso in atto pubblico e truffa in danno della Regione Veneto, degli altri concorrenti alla fornitura di cui si dirà e della stessa USL.
Secondo l'ipotesi accusatoria il Comitato di Gestione della USL aveva inteso favorire l'aggiudicazione della fornitura di tre sale operatorie prefabbricate e trasferibili alla ditta R. S. ed a tal fine aveva adottato una procedura non consentita dalla legge, la trattativa privata, ed aveva indicato la somma necessaria per l'acquisto in circa un miliardo e mezzo di lire, poi lievitata nella delibera di aggiudicazione a circa due miliardi e quattrocento milioni di lire in piena concordanza con l'aumento del preventivo da parte del…

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