Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8785 del 24 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:8785PEN

Massima

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Il falso ideologico in atto pubblico fidefacente, commesso al fine di ottenere indebitamente una pensione di invalidità, concorre con il reato di truffa aggravata, senza essere assorbito né dal reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato né dalla truffa stessa, in quanto il falso rappresenta uno degli artifici e raggiri idonei a integrare gli estremi della truffa. La responsabilità penale può essere affermata sulla base della dichiarazione di un unico teste, purché il suo contenuto sia valutato unitamente agli altri elementi probatori, anche documentali, che dimostrino in modo grave, preciso e concordante la commissione dei reati contestati. La determinazione della pena, nel rispetto dei minimi edittali, deve tenere conto delle circostanze aggravanti, come la recidiva e la continuazione, senza che ciò comporti un'irragionevole esasperazione sanzionatoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. LAPALORCIA G. - rel. Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3912/2011 CORTE APPELLO di PALERMO, del 14/05/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/01/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Galli M. che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 14-5-2012 la Corte di Appello di Palermo, r…

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