Il provvedimento amministrativo che autorizza la prosecuzione temporanea di un'attività estrattiva in un'area protetta può essere legittimamente revocato qualora sopravvengano circostanze che ne rendano incompatibile la prosecuzione, come il pericolo di condizionamento da parte della criminalità organizzata. In tali casi, il giudice amministrativo dichiara l'improcedibilità del ricorso avverso il provvedimento originario per sopravvenuto difetto di interesse, in quanto il provvedimento è stato successivamente revocato. La revoca del provvedimento autorizzatorio, disposta per motivi di ordine pubblico e sicurezza, prevale sulla tutela dell'affidamento del privato, in considerazione della prevalente esigenza di salvaguardia dell'interesse pubblico alla corretta gestione delle attività estrattive in aree protette. La valutazione di tali circostanze sopravvenute rientra nel potere discrezionale della pubblica amministrazione, sindacabile solo per manifesta illogicità o irragionevolezza.