Cassazione penale Sez. II sentenza n. 45707 del 18 novembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:45707PEN

Massima

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Il possesso ingiustificato di un bene di provenienza furtiva costituisce prova della consapevolezza della sua illecita provenienza ai fini della configurabilità del reato di ricettazione, anche qualora il bene sia utilizzato con una scheda telefonica intestata all'imputato, in quanto tale comportamento è coerente con l'uso personale del bene e non con la buona fede nell'acquisto, atteso il divieto in Italia di SIM anonime prepagate non riferibili a soggetti identificati. Pertanto, il giudice di merito è tenuto a valutare correttamente tutti gli elementi probatori acquisiti, tra cui la mancata giustificazione del possesso del bene da parte dell'imputato, nonché gli esiti degli accertamenti investigativi, al fine di accertare la sussistenza dell'elemento psicologico del reato di ricettazione, senza poter ritenere sufficiente, a escludere la consapevolezza della provenienza illecita, il solo fatto dell'utilizzo di una scheda telefonica intestata all'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - rel. Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di Appello di L'Aquila;
nei confronti di:
(OMISSIS) n. il (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 1837 in data 4.04.2014 della Corte di Appello di L'Aquila;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale dott. MAZZOTTA Gabriele che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio.
RITENUTO IN FATTO

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